martedì 28 aprile 2009

201 UNCOATED

[Rosso, come l'amore?]

R O S S O.
Il colore che ci stimola e ci percorre. Il rosso d
egli indiani, il rosso del rossetto sulle nostre labbra. Il rosso, come colore con frequenza più ampia. Il rosso concesso solo ai nobii... e poi il rosso cardinale.
Il rosso della croce rossa e dei pompieri.
Rosso come il fuoco, come la passione. Come l'amore.
Rosso rubino, rosso carminio, rosso porpora... quanti "rossso" nella mazzetta pantone? Rosso 201U, il mio preferito.
Rossi infiniti.
R O S S O, il colore per eccellenza.





[PORCI COMODI]


Non c'è colore per questo colore. C'è solo l'odore, della paura, del sangue, delle sbarre di ferro strette tra denti nei lunghi viaggi, i chiodi di ferro in mezzo agli occhi.

Dinuovo, per la nostra ingordigia. Per quella fame che non abbiamo mai conosciuto. Certo c'è chi muore... povero porco, quel porco su due zampe. Chissà se almeno lì, siamo davvero tutti uguali.

La terra si muove, e anche l'acqua si muove. Per fortuna la natura, non fa troppo caso all'essere umano.




giovedì 23 aprile 2009

...fra terra e cielo...

[Sonnet]

looking through her red box of memories
faded i'm sure
but love seems to stick
in her veins you know
yes, there's love if you want it
don't sound like no sonnet, my lord
yes, there's love if you want it
don't sound like no sonnet, my lord
my lord
why can't you see
that nature has it's way of warning me
eyes open wide
looking at the heavens with a tear in my eye
yes, there's love if you want it
don't sound like no sonnet, my lord
yes, there's love if you want it
don't sound like no sonnet, my lord
my lord
sinking faster than a boat
without a hull
my lord
dreaming about the day when
i can see you there
my side
by my side
here we go again and my head is gone,
my lord
i stop to say hello
'cause i think you should know,
by now
...

The Verve_Sonnet






domenica 19 aprile 2009

hotel esistenza

... ...

HARRY: di che stiamo parlando?
NAT: del rifugio interiore, Harry. Quel luogo dove una persona si reca quando la vita nel mondo reale non è più possibile.
HARRY: Ah... Si, io ne avevo uno. Come tutti, presumo.
TOM: Non necessariamente. Richiede una buona dose di fantasia, e quanti ce l'hanno?
...




Follie di Brookyn_Paul Auster



Insolito, ironoco e curioso lo Zio Nat.
La vita ti viene a cercare... Anche quando, pensavi che forse, l'unica cose che ti rimanesse da fare, fosse "smettere di fare qualsiasi cosa".


Buona lettura! :)



caffè in tazza grande


[ti racconto una favola]





Ieri sera, un sms mi suggeriva di leggere la posta.
...era tardi, ed io, con la pigrizia che solo un sabato sera in soitudine mi regala, ho pensato e risposto che: "domattina... prometto!"
Così questa mattina, con il mio adorato caffè in tazza grande (la moka è da tre!), ho salutato Artù con un "vediamo chi ci scrive?"

oggetto: ti racconto una favola

Piove... inizia la musica di Capital... Sorrido, stretta, intorno alla mia tazza mentre comincio a leggere. Incontro, nella lettura, "visi" conosciuti... e sorrido ancora, quando leggo un dettaglio, che mi fa capire quanto la persona mi ha scritto mi ascolti ed elabori le leggerezze che diciamo e scriviamo.

Spesso le persone sono così "brutte" che sono irrappresentabili, anche nel mondo animale.

Qualcuno ieri, ha per un attimo posato le piume da indiano, vicino al suo pc.
Lui è Mr.Wolf... e questa è la sua favola.

...sono le 16.00 ... l'ora del mio tea alla vaniglia.

Buona lettura a tutti
.


"C'erano una volta tre porcellini.
Abitavano in una piccola casetta che si erano costruiti loro, in una
radura al limitare di un bosco dove d'estate potevano trovare refrigerio
dal forte caldo.
C'era anche un fiumiciattolo lì vicino, dove andavano a fare il bagno e
prendevano l'acqua per bagnare il loro orticello.
Vivevano lì, insieme ai loro vicini di casa: c'erano i conigli, le
galline, le pecore, e un vecchio tasso. Di tanto in tanto qualche talpa
nomade passava da quelle parti: quando ciò accadeva tutti quanti si
riunivano per ascoltare i racconti dalle avventure vissute dalla talpa,
la quale intratteneva i suoi amici in cambio di un bicchiere di acqua
fresca, un po' di cibo ed un riparo per la notte.
Si sentivano quasi una famiglia, e vivevano felici e contenti.
Purtroppo, poco lontano da lì abitava un lupo cattivo: era grande e
grosso, così grosso che con un solo soffio riusciva a buttare giù la
casa dei tre porcellini e creare lo scompiglio in tutta quanta la
comunità. Gli amici però si erano uniti, e quando il lupo si avvicinava
veniva subito visto dai passerotti che avvisavano gli amici a terra e
preparavano le difese. Grazie a questa forte organizzazione il lupo non
era mai riuscito a prendere nessuno di loro.
Una volta una talpa che passò di lì capitò proprio nel bel mezzo di un
attacco del lupo: rimase stupita dalle difese messe in atto dagli amici.
La sera, mentre parlavano dell'accaduto, la talpa disse:
- Sapete amici - iniziò la talpa - non siete gli unici ad avere problemi
di questo tipo. Mio cugino che è stato oltre i monti mi ha raccontato
qualcosa di simile. Mi ha detto però che ora queste cose laggiù non
capitano più, perchè invece di difendersi solamente hanno organizzato un
attacco e hanno sconfitto per sempre il nemico. Ora vivono sereni tutti
i giorni.
- Ma non è possibile! - disse una pecora sorridendo - Il lupo è così
forte, e noi così deboli. Riusciamo a difenderci perchè qua siamo
organizzati, ma fuori non riusciremmo mai a sconfiggerlo.
- Pecora ha ragione - continuò tasso - Non potremmo mai sconfiggere il
lupo, rischieremmo la vita!
- Sto solo dicendo quello che mi ha raccontato mio cugino - concluse la
talpa.
- Già, tuo cugino, una bella storia - cinguettò un passerotto.
- Vivere sempre sereni, sarebbe proprio bello. Peccato non sia possibile
- dissero infine i tre porcellini in coro, con un sospiro.
Dopo continuarono a chiacchierare, bere, mangiare e scherzare, e non
parlarono più dell'accaduto.
Ma la notte, prima di dormire, ognuno ripensò al racconto della talpa,
fantasticando sul futuro: chi sognava di essere ricordato come colui che
aveva comandato la truppa di liberazione dal lupo cattivo, chi
immaginava di vivere una grande avventura, chi semplicemente sperava di
poter vivere finalmente tranquillo.
Il giorno dopo si guardarono negli occhi, e capirono cosa avrebbero
fatto: si sarebbero organizzati e avrebbero combattuto il lupo cattivo
una volta per tutte.
Iniziarono a prepararsi vennero assegnati i compiti, e costruirono armi
rudimentali, ma efficaci. Lavorarono duramente e si allenarono per
diversi giorni, fin che non si sentirono pronti.
La sera prima del giorno in cui decisero che avrebbero attaccato il lupo
fecero una gran festa: - almeno se qualcosa andrà storto avremo
festeggiato ancora una volta! - scherzò qualcuno. Ma tutti quanti in
fondo temevano che le cose potessero proprio andare così. Tuttavia non
si scoraggiarono, e andarono a dormire in attesa del sorgere del sole.
La mattina, di buon'ora partirono diretti verso la casa del lupo. I
passerotti dall'alto avevano verificato che fosse a casa, sia per non
fare un viaggio a vuoto, sia per evitare di trovarselo alle spalle a
metà percorso.
Quando arrivano a casa del lupo si divisero in due squadre: una avrebbe
attaccato dall'ingresso principale, e l'altra dal retro. Erano certi che
il lupo non si sarebbe mai aspettato un attacco, sicuro com'era della
sua forza e grandezza.
Nella squadra c'erano anche le talpe: avevano deciso che avrebbero dato
una mano ai coraggiosi amici, anche se non erano abitanti del luogo. In
realtà lo fecero più che altro per garantirsi cibo e alloggio per il
futuro, ma nel caso che le cose si fossero messe male avrebbero potuto
rifuguarsi sotto terra e sparire in un attimo.
Proprio le talpe avevano il primo incarico: entrare in casa del lupo
passando da sotto terra per vedere la disposizione delle stanze, e
vedere di preciso dove era il lupo e cosa stava facendo. Partirono,
sparendo in un attimo in una nuvoletta di polvere e terra.
Nell'attesa, il resto degli amici ripassò il piano, e tutti si
incitavano a vicenda, facendosi coraggio e promettendo di offrire l'un
l'altro da bere e mangiare alla sera, alla festa della vittoria.
Quando tornarono le talpe, vedendo la loro espressione tutti capirono
subito che c'era qualcosa che non andava.
- Dov'è il lupo?
- Non è in casa?
- E' armato?
- Non è da solo?
Mille domande investirono le talpe, fatte da tutti quanti in contemporanea.
- No no, il lupo è in casa - dissero le talpe - E' seduto sulla
poltrona, nel salotto.
- E allora? Cosa c'è che non va?
- Beh, ecco..
- Cosa? Cosa?
- Sta piangendo..
Un senso di meraviglia, stupore e incredulità si diffuse tra tutti gli
amici.
- Sta... piangendo? - Chiese conferma un coniglio, come se non avesse
capito.
- Si - disse una talpa facendo un cenno con la testa - sta piangendo.
Un mormorio generale si alzò nel gruppetto: ognuno aveva da dire la sua
a riguardo.
- Silenzio! - dissero i tre porcellini - Dobbiamo decidere cosa fare.
E presero una decisione coraggiosa: avrebbero suonato il campanello, e
chiesto al lupo cosa c'era che non andava.
Per suonare il campanello si offrirono subito volontarie le talpe: il
campanello era lontano dalla porta, e quindi il posto più sicuro.
Suonarono.
Il lupo venne ad aprire, e fu stupito di trovare tutta quella gente alla
porta, oltretutto armata dalla testa ai piedi, anche se non sembrava
avessero molta intenzione di combattere.
- Che c'è? - chiese il lupo - Cosa volete, amici?
Li aveva chiamati amici. Lo stupore aumentò: prima il lupo che piange, e
ora che li chiama amici. Iniziarono a temere di aver sbagliato tutto.
Il lupo li invitò ad entrare, ma preferirono stare fuori in giardino:
temevano una trappola, in fondo non erano ancora convinti che il lupo
fosse sincero. E iniziarono a parlare.
- Abbiamo visto che stavi piangendo, lupo, e volevamo capire cosa hai
che non va. - dissero i porcellini.
- Sei triste? - chiese la pecora.
- Si sono triste - rispose il lupo - Sapete, non ho amici. Credo sia per
questo mio aspetto.
Tutti quanti iniziarono a sentire un senso di colpa crescere dentro di
loro. E si accorsero anche che ogni volta che il lupo aveva attaccato il
loro campo, non si era mai avvicinato: avevano sempre pensato che fosse
stato per la loro forte difesa, ma ora iniziarono a nascere nella loro
mente nuove possibilità.
- Beh, non solo per l'aspetto - prese coraggio il tasso - ma anche
perchè distruggi la casa dei porcellini con un soffio e ci terrorizzi
tutti quanti.
Il lupo parve stupito di sentire queste parole.
- Distruggere le casa dei porcellini? - prese le difese il lupo - Con un
soffio? Io? Ma non l'ho mai fatto!
- Si, lo hai fatto, quando vieni ad attaccarci per portarci via! - urlò
la pecora, da lontano.
- Ma no, non vi ho mai attaccato! E poi portarvi via? Per cosa? Sono
pure vegetariano, io!
Ormai più nessuno ci capiva qualcosa.
- Ma allora perchè hai buttato giù la nostra casa con un soffio? -
chiese un porcellino
- Non volevo buttarla giù, mi spiace! Vedete, io lavoro in città, e per
andarci passo proprio davanti al vostro campo. Il mio lavoro è noioso, e
il mio capo è pure un presuntuoso maleducato che mi offende sempre. Ma
devo andare a lavorare, perchè ho il mutuo da pagare, e non posso stare
senza soldi o mi porteranno via la casa. A volte la sera quando torno a
casa sono così stanco e stufo di tutto quanto, e sbuffo.
Dicendo questo emise uno sbuffo, per far capire agli amici cosa
intendeva dire: si alzò un vento fortissimo, che fece rotolare tutti
quanti diverse volte nel prato.
- Oh, scusate amici - disse mortificato il lupo - non volevo farvi del
male. Non mi sono reso conto della potenza dei miei polmoni.
Tutti si alzarono, e risero insieme a lungo.
- Abbiamo capito, lupo. Ora è tutto chiaro. - Dissero i porcellini con
un sorriso - Se vuoi puoi venire ad abitare con noi, di spazio ce n'è, e
anche da mangiare.
- E non dovrai più andare a lavorare in città. - aggiunse la pecora.
- Di lavoro in campagna ce n'è per tutti, e forte come sei ci aiuterai
non poco! - conclusero le galline.
Il lupo saltò di gioia, e abbracciò tutti quanti.
Ormai sono due o tre anni che vivono tutti insieme nella radura. Il lupo
ha una tana tutta per sè, ed è felice di vivere insieme agli altri. E
gli altri sono felici di averlo accolto nella loro comunità, anche
perchè scoprirono presto che il sapeva fare un'ottima birra, che
bevevano nelle serate passate in compagnia delle talpe, invece dell'acqua.
E ancora oggi, vivono tutti felici e contenti."

martedì 14 aprile 2009

...sulle punte

[primo amore]




...ho imparato.
Un sorriso, anche quando i piedi facevano... fanno male da morire
.

timemachine...dolce


...passa per radio ultimamente una cazone bellissima di Umberto Bindi datata 1963.


[Il mio mondo]

Il mio giorno e' cominciato con te
La mia notte mi verra' da te

Un sorriso ed io sorridero'

Un tuo gesto ed io piangero'

La mia forza me l'hai data tu

Ogni volta che hai creduto in me

Tu mi hai dato quello che Il mondo non mi ha dato mai
Il mio mondo e' cominciato in te
Il mio mondo finira' con te
E se tu mi lascerai

In un momento io moriro'
Tu mi hai dato quello che
Il mondo non mi ha dato mai
Il mio mondo e' cominciato con te

Il mio mondo finira' con te

E se tu mi lascerai In un momento cosi'
Tutto per me Finira' con te

Umberto Bindi_Il mio mondo_1963






mercoledì 8 aprile 2009

To see me again...close your eyes and think of me...

Alle volta basta sentire il suono di una voce, un accento, una cadenza.
...menomale, che non basta chiudere gli occhi.
... 'notte... e buon ascolto...


You've Got A Friend









When you're down and troubled
And you need some loving care
And nothing, nothing is going right
Close your eyes and think of me
And soon I will be there
To brighten up even your darkest night

You just call out my name
And you know wherever I am
I'll come running to see you again
Winter, spring, summer or fall
All you have to do is call
And I'll be there
You've got a friend

If the sky above you
Grows dark and full of clouds
And that old north wind begins to blow
Keep your head together
And call my name out loud
Soon you'll hear me knocking at your door

You just call out my name
And you know wherever I am
I'll come running to see you
Winter, spring, summer or fall
All you have to do is call
And I'll be there

Ain't it good to know that you've got a friend
When people can be so cold
They'll hurt you, and desert you
And take your soul if you let them
Oh, but don't you let them

You just call out my name
And you know wherever I am
I'll come running to see you again
Winter, spring, summer or fall
All you have to do is call
And I'll be there
You've got a friend

Carole King




sabato 4 aprile 2009

non il mio. ...



Non è solo disumano. Nessun altro animale riesce ad essere orribile quanto noi.
...quale "dio" lo chiederebbe?







non il mio. ...
... e per chi "crede" e "non vede"... perchè così è più comodo, dico che... l'nferno di cui ha tanto timore, non è che il paradiso, se paragonato a un mattatoio.

... Buona pasqua?

venerdì 3 aprile 2009

layout

...riuscirò ad aggiungere un elenco di libri "qui" dentro?
... ...

ma...

mercoledì 1 aprile 2009

...altrove ...




...ma quanto è carino??? :)